Ricerche bibliografiche online

Il protocollo Z39.50 detta le regole per la ricerca ed il recupero delle informazioni all'interno dei cataloghi delle biblioteche. E uno standard ANSI/NISO, ed ISO 23950. 

E' mantenuto dalla Library of Congress, la Biblioteca Nazionale Centrale americana. La sua funzione e la sua struttura, come anticipato, sono nate per facilitare l'interoperabilità tra le biblioteche in rete, ovvero rende possibile consultare le basi dati di qualsiasi biblioteca indipendentemente dal tipo di sistema di database usato. La prima versione risale al 1988. 

E un protocollo client/server e specifica le strutture dei dati e le regole di scambio, permettendo ad un sistema client (detto Origin nel formalismo del protocollo) di effettuare ricerche nelle basi dati di un sistema server (chiamato Target) e poter consultare i records risultanti.

Le potenzialità del protocollo stanno nel consentire la consultazione di basi dati eterogenee attraverso un unico linguaggio di interrogazione e con un'unica interfaccia.

Sinteticamente una sessione Z39.50 funziona così: una richiesta di ricerca (search query) viene inviata ad una base dati; i records trovati come risultato della richiesta vengono visualizzati sotto forma di un elenco (detto result set). Da questo elenco si accederà ai records veri e propri. Il result set può essere oggetto di un'ulteriore ricerca, che produrrà un altro result set.

All'interno della richiesta vi sono anche il nome del database ed il nome degli attributi che fanno parte di un insieme particolare di definizioni registrate (attribute-set-ID) che servono per riconoscere il tipo di attributi usati per l'indicizzazione del database. Il set di attributi usati dalle biblioteche viene detto bib-1.

Il client puo' specificare il formato della risposta. I formati supportati sono MARC, UNIMARC, USMARC, SUTR, GRS, e molti altri.

Alcune basi di dati esportano solo in un formato, generalmente l'UNIMARC, e i risultati vengono visti solo nel formato supportato. 

Con lo Z39.50 è possibile trasmettere contemporaneamente una richiesta a più server Z39.50. Le risposte vengono visualizzate divise per database. Per ora il problema della gestione dei doppioni non è risolto per la diversità delle descrizioni bibliografiche possibili per una stessa opera.

L'architettura Client/Server dello Z39.50 è diversa da quella del protocollo HTTP. Nello Z93.50 per ogni richiesta vengono creati dei gruppi di lavoro (sets) che possono essere ulteriormente elaborati. Viene tenuta perciò una memoria del lavoro svolto, limitata o meno da un time-out. Questo non è possibile con il protocollo HTTP che non prevede meccanismi propri di memorizzazione delle sessioni.

Molte biblioteche italiane sono dotate di server Z93.50 interrogabili sia con client standalone che via web. Per le interrogazioni via web esistono i gateway HTTP-Z39.50. A questa pagina (gateway z93.50)  l'elenco completo di quelli italiani.

I client Z93.50 standalone non sono molto diffusi. I migliori sono a pagamento, vedi EndNote (http://bit.ly/9miGlQ), mentre l'unico client gratuito decente è il Mercury (http://bit.ly/ds5mDk) semplice ma efficace.

In un prossimo intervento parlerò più approfonditamente dei client Z93.50 e della loro configurazione.