Standardtela: Aspettando chi non c'è

La crisi delle eree industriali lucane c'è ed è evidente. La regione cerca di porvi rimedio con gli strumenti che ha a disposizione. Ad un primo bando di reindustrializzazione delle aree in crisi ne è seguito un secondo, resosi necessario per la scarsa efficacia del primo.

Isca pantanelleIl nuovo bando "pretende" meno dagli investirori interessati ad impiantare industrie in basilicata. Le garanzie bacarie richieste sono più blande, ma di conseguenza è sceso anche l'importo del contributo regionale a sostegno delle iniziative di rilancio delle imprese in crisi. A differenza del primo, ora nel bando di reindustrializzazione si procede per aree, cioè l'imprenditore presenta un progetto per una o più delle aree industriali in crisi e non per rilevare una specifica azienda. Inoltre non c'è il vincolo dell'omogeneità, in sostanza un imprenditore impegnato nella produzione di latticini può rilevare e reindustrializzare un ex stabilimento tessile, come ad esempio quello della standardtela. Inoltre non c'è più l'obbligo di riassorbire almeno la metà dei dipendenti dello stabilimento che si và a rilevare.

Detto questo sorge spontanea la domanda: come prosegue la reindustrializzazione? Abbastanza male direi. E di oggi la notizia che la scadenza del bando è stata prorogata sino 6 luglio.

E a Santangelo come siamo messi? Cosa si prospetta per la ex standardtela? Al momento regna la confusione e l'incertezza. Risulta che un gruppo di 5 imprenditori abbia presentato 5 progetti per rilevare lo stabilimento. Si tratta di produzioni varie come ad esempio accessori per bagno. L'investimento complessivo, a fronte di un contributo della regione di massimo 10 milioni di euro, risulta di oltre 60 milioni di euro.

Riserve e perplessità circondano l'iniziativa. Il tutto si deciderà entro il 6 luglio, come per le altre aree, ma la sensazione è che, a parte pochi progetti cantierabili (vedi ex stabilimento daramic) per gli altri si tratta di idee ancora da tradurre in progetti operativi.

Per il bene del tessuto produttivo lucano e dei lavoratori mi auguro che si giunga ad una seria reindustrializzazione, i cui benefici ricadrebbero su tutti.