Il primo riguarda la partenza della raccolta differenziata che, a quanto sembra, avverrà tra qualche mese, se non settimane.

Il secondo riguarda la realizzazione, in contrada “Braide”, di un “centro di raccolta”. I lavori sono iniziati ad aprile scorso, prima dei dibattiti pubblici e incontri con i cittadini. Sicuramente prima dell’inizio dei lavori ci sarà  stato  un  periodo  di  tempo  per  predisporre  la  documentazione  tecnica  e  tutti  gli  atti  formali  necessari (autorizzazioni,  nulla-osta  ecc.),  ipotizzo,  quindi,  che  il  progetto  e/o  programma  fosse  in  discussione  da tempo, di questo i cittadini, soprattutto quelli che abitano nelle vicinanze del sito, ne hanno avuto notizia solo con  l’avvio  dei  lavori.  Qualcuno  lo  ha  appreso  a  fine  marzo,  quando,  di  fatto,  era  già  stato  redatto  e approvato il progetto ma, soprattutto, già espletata la gara di appalto per i lavori.

Proprio la realizzazione del “centro di raccolta” e la sua localizzazione, sono le scelte più discutibili.  

Innanzitutto si è fatta inizialmente, e purtroppo continua a farsi, confusione parlando di “isola ecologica” con funzioni di  “deposito  temporaneo”. La normativa vigente  (D.lgs. n. 153/2006  c.d. Testo Unico Ambiente) definisce deposito  temporaneo “il raggruppamento dei rifiuti effettuato, prima della raccolta, nel  luogo  in cui gli  stessi  sono prodotti…”, quindi deposito  temporaneo  sono  i  cassonetti o  i  contenitori  che  avremo  a casa, dove ha inizio la fase di raccolta dei rifiuti. Quella in fase di realizzazione non è né “isola ecologica”, dove peraltro  i cittadini possono conferire autonomamente  i  rifiuti differenziati, né “deposito  temporaneo”,
perché già iniziata la fase di raccolta. 

Da quel che risulta la raccolta avverrà con modalità “porta a porta”: i rifiuti separati saranno prelevati nelle nostre case, dove  inizia  la  raccolta e  il  trasporto, e “collocati”, si dice  temporaneamente, negli “scarrabili” presenti nell’area  in costruzione. Quindi quello che si realizza è “centro di stoccaggio” (art. 6 comma 1 del d.lgs. n. 22/1997 c.d. “Decreto Ronchi”) o più precisamente “centro di raccolta” (art. 183, comma 1, lett. cc del d.lgs. n. 4/2008 c.d. “correttivo ambiente”). 

Non  è  chiaro  il metodo  seguito  dall’Amministrazione  nella  scelta  della  localizzazione  del  centro,  se  sono stati esaminati altri siti e come si è giunti ad individuare quello come “il più idoneo”. Qualcuno sostiene che è  stata  scelta  una  zona  “baricentrica”  rispetto  all’intero  territorio  comunale.  Il  D.M.  8  aprile  2008,  che disciplina  i centri di raccolta, non fa menzione di “posizione baricentrica”. L’art. 1 comma 1 parla di “aree presidiate ed allestite ove si svolge unicamente attività di raccolta…”, mentre l’Allegato 1 dice che il centro
deve essere localizzato in aree servite da adeguata rete viaria, per facilitare l’accesso degli utenti e dei mezzi  pesanti, per il conferimento agli impianti di recupero e/o smaltimento. Il punto interessante dell’Allegato è il 2.1 che dice: “il centro di raccolta deve essere allestito nel rispetto di  tutte  le norme vigenti  in materia di tutela della salute dell'uomo e dell'ambiente, nonché di sicurezza sul lavoro. Le operazioni ivi eseguite non devono creare rischi per  l'acqua,  l'aria,  il suolo,  la  fauna e  la  flora, o  inconvenienti da rumori e odori né danneggiare il paesaggio e i siti di particolare interesse”. 

Ci  si  chiede  quindi  se  si  sia  tenuto  conto  del  fatto  che  la  zona  è  abitata,  anzi,  rispetto  ad  altre  zone  del territorio comunale, quella  risulta “più” densamente  abitata. Se  si è  tenuto conto degli  inconvenienti e del disturbo che il centro arrecherà agli abitanti della zona e, in ultimo, se si è tenuto conto che l’area è sulla riva del fiume “Melandro”, quindi del potenziale impatto che tale opera può avere su di esso. Quello che si teme è che l’ubicazione del centro di raccolta diventi un precedente tale da creare un “polo dell’immondizia” in una contrada densamente abitata, in opposizione al citato punto 2.1 dell’allegato, e in vicinanza di un fiume. 

Non voglio certo dire che il centro si doveva realizzare in vicinanza di altre abitazioni, ma che si poteva, e si doveva,  trovare  una  soluzione  che  non  arrecava  disturbo  alla  popolazione,  che  non  “danneggiasse”  o “penalizzasse”  nessuno.  Non  è  chiaro  se  siano  stati  esaminati  altri  siti  possibili  e  perché  scartati, l’impressione  è  che  si  sia  scelto  quel  sito  “senza  stare  a  pensarci  molto”,  dopotutto  da  qualche  parte
“bisognava pur farlo”. 

Il Testo Unico Ambiente per  il settore  rifiuti e opere connesse prevede procedure di valutazione o studi di impatto ambientale (VIA, VAS, ecc.). Non è chiaro se ciò valga anche per  la realizzazione di un “centro di raccolta”,  se  così  fosse  sono  previste  procedure  e  tempi  non  riconducibili  a  qualche  mese.  Il  che confermerebbe  l’ipotesi  che  il  progetto  fosse  in  discussione  da  tempo,  senza  che  i  cittadini  ne  fossero  al corrente.

Per finire le nuove tariffe. E’ stato annunciato, come riportato anche dalla stampa (“Il Quotidiano” del 04/05/2010), un aumento del “costo della spazzatura”. Anche su questo l’Amministrazione non ha fornito la giusta  informazione, dato che non è chiaro come verranno calcolate. Risulta  infatti che  la  tariffa,  introdotta dal  d.lgs.  22/97  c.d.  T.I.A.  Tariffa  di  Igiene Ambientale,  è  adeguata  sulla  base  di  specifico  regolamento
redatto  da  ogni  comune,  in  cui  si  stabiliscono  i  criteri  di  calcolo  e  le  eventuali  categorie  soggette  a agevolazioni,  riduzioni  e/o  esclusioni. Non  saprei  dire  quanti  santangiolesi  abbiamo  preso  visione  di  tale regolamento e se esiste. La norma prevede che ogni cittadino possa prenderne visione, sia in forma cartacea che attraverso sito internet. Attualmente sul sito ufficiale del comune, www.comune.santangelolefratte.pz.it,
tale regolamento non esiste. In verità sul sito non si fa menzione neppure dell’imminente avvio della raccolta ifferenziata.  

Insomma che la raccolta differenziata sia un fatto imprescindibile e giusto è opinione di tutti, è evidente però che le decisioni prese dall’amministrazione comunale di Sant’Angelo non sono pienamente condivisibili. Per la  scelta del  sito dove  realizzare  il  centro di  raccolta e  le modalità organizzative della  raccolta  stessa ma, soprattutto, per la scarsa informazione preventiva e trasparenza con cui si è proceduto.